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"BULLISMO E DINTORNI" di Andrea Sellitti II H

Oggigiorno, dopo svariati anni, si definisce con il termine “bullismo” o “cyberbullismo” l’atteggiamento vessatorio e discriminatorio che alcuni ragazzi o gruppi hanno nei confronti di coetanei più deboli, evento che ha determinato, in casi estremi, anche il suicidio delle vittime.

 

Il fenomeno per lungo tempo è stato sottovalutato dagli educatori scolastici e dai genitori, i quali giustificavano gli episodi come ragazzate.

 

 

 

Ricordiamo, ad esempio, un episodio avvenuto a Pianura, un quartiere della nostra città, nel 2014. In questa occasione, fece scalpore la violenza usata nei confronti di un quattordicenne in sovrappeso a cui “per scherzo” (come disse la madre di uno degli aggressori giustificando il figlio) fu perforato l’intestino con l’aria compressa.

 

 

 

Numerose tragedie si sono consumate prima che gli adulti si rendessero conto della profonda angoscia che ha segnato e continua a segnare in maniera indelebile alcuni ragazzi, vittime di coetanei privi di scrupoli e di considerazione.

 

 

 

Il bullismo è un problema serio e non si manifesta solo a scuola, nelle palestre o in altri luoghi di ritrovo, ma anche sui social-network come Facebook, Instagram ecc. Di solito questo fenomeno si associa ad un comportamento di gruppo che assume atteggiamenti vessatori e denigratori nei confronti di un singolo che appare “diverso” dai modelli di riferimento.

 

 

 

Gli atti di bullismo si manifestano principalmente nell’età pre-adolescenziale e adolescenziale.

 

Questo è, infatti, in il periodo in cui si vivono tutte le insicurezze e dove il bullismo determina, nella vittima, a causa delle minacce e intimidazioni subite, la chiusura e l’isolamento, anche nei confronti dei genitori che, talvolta, sono gli ultimi a saperlo.

 

 

 

Nel 2016 i ragazzi di 14/15 anni dell’istituto superiore Galilei Costa di Lecce, hanno creato il movimento “MABASTA”, acronimo di “Movimento Anti Bullismo Animato da Studenti Adolescenti”, al fine di sensibilizzare gli adolescenti sul problema e di spronare le vittime di bullismo a parlarne con i genitori, insegnanti o con chiunque possa dare loro un aiuto.

 

Le istituzioni si sono mosse, ed oggi si è in attesa dell’iter formativo della nuova proposta di legge sul bullismo, dopo l’esame della Commissione Giustizia della Camera.

 

Nella proposta il bullismo non diventa un reato, ma è integrato a quello già esistente relativo agli atti persecutori, con l’inserimento di alcune azioni che ne connotano la condotta: il diffamare, l’umiliare e l’emarginare, con una considerazione per quanto riguarda la dimensione relazionale. Ne è responsabile penalmente chiunque sia in grado di comprendere e autodeterminarsi sopra i 18 anni, nessuno al di sotto dei 14, da valutare coloro che hanno tra i 14 e i 18 anni.

 

 

 

Tra le novità, il nuovo testo prevede che il ragazzo che compie atti di bullismo e che non modifica i propri comportamenti dopo un percorso di rieducazione, potrebbe essere allontanato dalla famiglia dal Tribunale dei minori e affidato a una casa-famiglia, nel caso in cui la permanenza con i genitori risulta controproducente alla sua rieducazione. La legge istituisce anche un numero verde, il 114, per le vittime.

 

 

 

Nella nuova proposta normativa è inoltre rafforzato il RICONOSCIMENTO DELLA SCUOLA, quale luogo privilegiato degli interventi in quanto luogo in cui nascono le diverse forme di bullismo e convergono dinamiche che riflettono una più ampia problematicità sociale.

 

 

 

Già la legge n. 71 del 2017 è intervenuta in modo specifico sul cyberbullismo: dall’oscuramento/rimozione del materiale offensivo online (su richiesta diretta delle vittime sotto i 14 anni e dei loro genitori) alla prevenzione – con un ruolo attivo della polizia postale – al monitoraggio, con l’istituzione di un tavolo tecnico, di cui però non si ha notizia circa gli esiti.

Andrea Sellitti II H.

 

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