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"Ma l'ho fatto apposta!" di Giulia Ripoli, II F

Comportamento canino e umano messo a confronto.

 

Il cucciolo di cane lascia vincere il cucciolo femmina quando gioca con essa.

 

Si è infatti dimostrato che fin quando il cane non raggiunge l’età adulta (a due anni circa) permette che la femmina vinca durante i giochi o che si lasci mordere.

 

Questo avviene perché per il cane giocare è più importante che vincere e tenta di dedicare più tempo possibile al divertimento; inoltre probabilmente il cucciolo maschio con questo atteggiamento riesce a farsi apprezzare maggiormente dalla femmina, instaurando una relazione più stretta e avendo, quindi, possibilità di accoppiamento.

 

 

 

 

 

Ci imbattiamo in questo atteggiamento anche negli umani.

 

Quante volte i bambini, quando giocano con le bambine, perdono volontariamente?

 

Quante volte i ragazzi lasciano che le ragazze vincano?

 

Quante volte le donne vincono perché l’ha permesso l’uomo?

 

Quante volte l’uomo accetta la sconfitta senza sentirsi inferiore?

 

 

 

Basandomi su un’intervista condotta personalmente e rilasciata da maschi dai sette ai diciotto anni ho potuto dedurre che durante l’età infantile (7-12 anni) i bambini sono propensi a perdere volontariamente, ma soltanto se la bambina è “carina e simpatica o perché è mia amica”. Proprio come il cane il bambino agisce secondo questi criteri ritrovando nella bambina una possibilità di accoppiamento, allo stesso modo accade con i ragazzi quindi durante la fase adolescenziale. Il ragazzo subito evidenzia: il rapporto che ha con la ragazza con cui compete “Se è mia amica o provo un’attrazione per la donna la farei vincere o vincerei di poco, idem se mi sta simpatica, ma se è antipatica mi impegnerei”, l’importanza della gara, la bravura della ragazza “Me la giocherei, ma non al massimo delle mie potenzialità, dipende anche da quanto lei sia brava.”

 

 

 

Alla domanda: ”Nel caso in cui la donna vinca solo ed esclusivamente grazie alle sue capacità, ti giustificheresti con espressioni come ‘l’ho fatto apposta’ ?”, i bambini, come possiamo immaginare, hanno dato una risposta affermativa; mentre gli adolescenti sono stati più vari.

 

C’è infatti chi ha rilasciato che lo direbbe semplicemente in “modo goliardico” e chi afferma: ”Non accetterei di perdere contro una donna, lo userei come giustificazione e poi chiederei una rivincita”. Ma altri dichiarano che userebbero tale espressione solamente nel caso in cui la ragazza, nonostante non abbia vinto per le sue abilità, si vanti della sua vittoria.

 

Ovviamente incontriamo delle particolari eccezioni:

 

1.Lasceresti vincere una donna in una competizione?

 

Indipendentemente dalla competizione, no, non la farei vincere; sarebbe troppo semplice. In una gara si sta mettendo alla prova quelle che sono le proprie abilità. Facendola vincere sarebbe non giocare per davvero. Dunque tratto tutti da pari, rispettando ovviamente l’avversario

 

2. Useresti giustificazioni come ‘L’ ho fatto apposta’?

 

Non userei mai giustificazioni del genere: sono sessiste o di cattivo gusto. Sarei spavaldo ed egoista.

 

3. Accetteresti la sconfitta, nel momento in cui la donna vinca solo ed esclusivamente grazie alle sue abilità?

 

Certo la accetterei, una rassegnazione di una certa filosofia.

 

Notiamo che la donna è ancora considerata il sesso più debole e che, siano bambini o adolescenti, i maschi permettono che la propria avversaria vinca unicamente se rispetta i canoni del maschio, ovvero: simpatia, bellezza e se c’è un legame che li unisce.

Giulia Ripoli, II F.

 

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