· 

"WOMAN IN CHAINS" di Sveva D'Alessandro, II M

Nel 1989 venne pubblicata una canzone dei Tears for Fears, il cui titolo era “woman in chains” (“donna incatenata”), e che denunciava apertamente una grave problematica sociale, spesso sottovalutata o ignorata. Il brano invitava la società a riflettere sulla cattiveria dell’uomo, che può portare una donna a non sentirsi libera, a sentirsi, dunque, incatenata. I primi versi della canzone, ovvero “Meglio ami l’amore, meglio ti comporti” svelano quale sia il vero motivo che spinge un uomo ad essere violento: la mancanza di amore e di rispetto. Quell’amore che manca, in tanti uomini, quando uccidono le mogli e quel rispetto che manca quando violentano una ragazza.

 

 

 

Milioni di donne si sentono continuamente minacciate dalla presenza di un marito troppo invadente e temono di poter essere maltrattate qualora volessero denunciare la situazione.

 

Era il 10 gennaio del 2017 quando Gessica Notaro fu assalita dall’ex fidanzato con l’acido. Lei finì in ospedale e cominciò un lungo e doloroso percorso di cure, mentre lui venne arrestato.

 

Tutt'oggi Gessica è accompagnata costantemente da terribili ricordi e lo specchio, che prima rifletteva la sua grande bellezza, ora riflette l'atroce atto subito. "Sento che nel profondo del tuo cuore ci sono ferite, che il tempo non può guarire". Ecco, la canzone prima parlava di amore, di rispetto, poi di catene e ora di ferite, quelle ferite che una donna porterà sempre dentro di se. Sarebbe bello vivere in un mondo in cui una ragazza non debba avere paura di uscire da sola, di entrare in ascensore, di spostarsi con i mezzi pubblici.

 

 

 

Nel giugno del 2017 vi furono svariati episodi di violenze simili, tra questi uno di tentata violenza contro una giovane a piazza Garibaldi, salvata grazie allo spry al peperoncino e un altro che colpì un'altra ventenne, violentata da un tassista abusivo. "Semplicemente vorrei il rispetto per la persona in generale”, queste sono le parole di una ragazza che, come centinaia di altre donne, scende in piazza a manifestare contro la violenza di genere e che afferma ciò in quanto, secondo la sua opinione, non ci dovrebbero essere differenze legate al sesso, se ci sono amore e rispetto.

 

 

 

 Come dimenticare, poi, quel gruppo di donne, chiamate “suffragette”, che iniziarono una lunga lotta per il cambiamento all'interno della società e per il raggiungimento del diritto di voto e che resero la mentalità del Regno Unito più aperta ed essenzialmente meno sessista.

 

Questo cambiamento in Italia arrivò solo nel febbraio 1945, quando l'Italia era ancora in guerra, data in cui il Consiglio dei ministri dell'Italia Libera, presieduto da Bonomi, approvò il decreto legge "Alcide De Gasperi-Togliatti", che prevedeva il diritto di voto esteso a tutti gli italiani che avessero 21 anni compiuti. Rimasero escluse, però, fino al 1947, le prostitute "vaganti", citate nell'art. 3, ovvero le donne schedate che lavoravano al di fuori delle "case chiuse".

 

 

 

La giornata dell'8 Marzo, data comunemente ricordata come la festa delle donne, deve essere vissuta come un’occasione per richiamare alla memoria le lunghe battaglie affrontate dalle donne per ottenere i propri diritti e per ricordarci di essere sempre educati e rispettosi in presenza di una donna.

 

 In questa occasione viene tradizionalmente donata una mimosa alla donna e, dal momento che questo fiore fiorisce già ad inizio Marzo e cresce anche su terreni difficili, rappresenta perfettamente le donne e la loro capacità di superare le difficoltà nonostante i continui ostacoli posti lungo il sentiero che porta alla libertà.

Sveva D'Alessandro, II M

 

Scrivi commento

Commenti: 0