In data 17/3/2019 alle ore 13:00 si è disputata la partita di calcio femminile tra il Club Atlético de Madrid e l’FC Barcelona. La gara si è conclusa con un risultato a favore delle blaugrana, che si sono imposte sulle madrilene per due reti a zero con i gol realizzati da Asisat Oshoala al 65°minuto e da Toni Duggan a dieci minuti dalla fine. Questa vittoria è stata determinante per permettere alla squadra ospite di avvicinarsi sempre di più in classifica alle sue dirette avversarie, ma è soprattutto nella storia di questo sport: infatti lo scontro diretto ha registrato un’affluenza di ben 60.739 persone presenti allo stadio, che ha reso l’atteso incontro la partita di calcio femminile con più pubblico di sempre. L’ultimo record di spettatori fu infatti registrato ormai quasi cento anni fa, precisamente il 26/12/1920, durante la partita tra le Kerr's Ladies e le St Helen's Ladies al Goodison Park di Liverpool (terminata con il parziale di 4-0 per le padrone di casa), che vide presenti all’evento ben 53.000 spettatori; le cronache dell’epoca stimano, inoltre, che ne fossero arrivati altri 14.000, rimasti però al di fuori dello stadio. Nonostante i numeri ci riferiscano che una parità di genere era presente già all’epoca, almeno riguardo la possibilità e la capacità di praticare uno sport, la popolarità guadagnata dalla squadra delle Kerr’s Ladies - e con essa dal calcio femminile - non era ben vista dalla Football Association; quest’ultima, il 5/12/1921, vietò infatti alle sue squadre di concedere l'utilizzo dei loro campi a squadre femminili, con il pretesto che le donne non avrebbero avuto un fisico adatto al gioco del calcio. La squadra continuò comunque a giocare su campi non legati alla FA ma andò incontro ad un’ulteriore delusione: quando, nel 1922, le inglesi giunsero in Canada per una tournée, fu loro impedito di giocare. Passarono quindi negli Stati Uniti, dove disputarono una serie di partite contro squadre maschili.
La DKLFC (Dick, Kerr's Ladies Football Club) era una squadra di calcio femminile nata tra le operaie della Dick, Kerr & Co. di Preston, dove lavoravano alla produzione di munizioni ai tempi della prima guerra mondiale, e sono considerate ancora oggi le pioniere del calcio femminile in Inghilterra e nel mondo.
Possiamo dunque affermare che, nel 1921 (da parte della FA) e nel 1922 (in Canada), queste donne sono state ritenute inferiori riguardo le capacità di compiere una determinata attività (in questo caso giocare a calcio) rispetto agli uomini e sono state private della facoltà di praticarla. Nonostante possa sembrare obsoleto parlare in epoca più recente di pari opportunità tra uomini e donne per quanto riguarda i diritti dello sportivo in Italia o in Europa, dove lo sport femminile è protagonista in molti settori, si è sentita la necessità di varare una Carta Europea dei Diritti delle donne nello sport, proposta dall’Unione Italiana Sport Per Tutti (UISP) nel 1985 e trasformata in risoluzione formale dal Parlamento di Strasburgo nel 1987. La Carta ricorda alle società sportive e alle Federazioni delle diverse discipline alcuni diritti come:
● la promozione delle pari opportunità nella pratica sportiva;
● la ricerca di strumenti utili a promuovere la partecipazione femminile a qualsiasi
pratica sportiva e ai processi decisionali;
● l’inclusione delle donne nei posti dirigenziali;
● il diritto a praticare lo sport in un ambiente sano e nel rispetto della dignità umana.
Bisogna comunque dire che attualmente le donne sono trattate alla pari degli uomini (almeno negli sport); esse sono anche selezionate dai diversi brand che sponsorizzano e rappresentano squadre e federazioni, oppure aziende che producono videogiochi come “ambassadors” e, inoltre, riescono a coinvolgere molti spettatori ed appassionati anche in Italia e nel mondo. Ciò si può constatare dal momento che, il 24/3/2019, la partita di calcio femminile tra Juventus e Fiorentina (terminata col parziale di 1-0 per le bianconere) ha registrato un’affluenza di 39.027 spettatori, divenendo la partita di calcio femminile disputata in Italia con più pubblico di sempre. Il sostegno ricevuto dalle sportive fa ben sperare che in un prossimo futuro si possa arrivare ad un’effettiva parità di genere anche e soprattutto nella vita di tutti i giorni.
“Le distinzioni razziali e/o di genere non devono avere alcun ruolo nello sport, poiché esso è parte di ogni uomo e di ogni donna, e la sua assenza non potrà mai essere compensata”.
Pierre de Coubertin.
Francesca Parascandolo, IIC
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Gianni P. (martedì, 07 maggio 2019 00:49)
Per la mia concezione della vita sul pianeta Terra ritengo assurdo che nel 2019 si debba ancora parlare di differenze di genere, di colore, di razza, di etnia, di classe sociale etc.
Tuttavia la realtà è questa. Anzi negli ultimi tempi sembra di essere ripiombati in una sorta di medioevo. Lo sport fa la sua parte ma dovranno ancora essere fatti passi da gigante in questa direzione.
Ben vengano dunque articoli come questo. Complimenti. Scrivi benissimo.