L’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali è ormai un argomento molto discusso, non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo. Già leggendo solo il titolo, una parte di voi avrà risposto di no… ma vi siete mai chiesti il vero motivo per cui, a prescindere, dite “no”?
Sicuramente l’adozione di un bambino non è un argomento che va preso alla leggera, ma quali sono le motivazioni che portano una società così moderna come quella occidentale a non riuscire ad accettare questo “cambiamento” del normale standard di famiglia?
Indubbiamente le ragioni sono tante, ma oggigiorno politici, sociologi, media e anche associazioni mediche asseriscono che è giunto il momento di abolire il divieto per le coppie omosessuali di adottare bambini.
L’American Psychological Association, nella dichiarazione ufficiale sulla genitorialità omosessuale, afferma che: «In sintesi, non c'è alcuna prova che le lesbiche e i gay siano inadatti ad essere genitori o che lo sviluppo psicologico dei figli di omosessuali sia compromesso in qualche suo aspetto... Non esiste un solo studio che abbia rilevato che i figli di omosessuali sono svantaggiati in qualche aspetto significativo rispetto ai figli di genitori eterosessuali».
Tuttavia, questi studi che esaminano gli effetti della genitorialità omosessuale sono inficiati da un numero insufficiente di campioni. Infatti, altri studiosi dichiarano che «hanno rilevato differenze di sviluppo statisticamente significative fra bambini allevati da genitori omosessuali in confronto a quelli allevati da genitori eterosessuali. Ad esempio, i bambini educati da omosessuali hanno un maggiore incoraggiamento dai genitori nello scambio dei ruoli di genere e una maggiore inclinazione al travestitismo».
Quelli che sono contrari alle adozioni da parte di coppie omosessuali, sostengono infatti che il bambino vivrebbe un’esperienza psicologica diversa dai suoi coetanei, e magari traumatica.
Ma è davvero così? Molte madri e molti padri eterosessuali single riescono a badare ai propri figli in maniera egregia nonostante la figura genitoriale presenti la varietà di un solo sesso, un esempio significativo è sicuramente quello di Raffaella Carrà. Cresciuta con “due mamme” (la madre e la nonna) e senza un padre -“danaroso ma troppo playboy”- e poco interessato alla vita della figlia che chiamava sporadicamente solo per sapere se fosse ancora vergine. Riguardo alle stepchild adoption afferma in un’intervista: “ Oggi quando si parla delle adozioni a coppie gay ma anche etero, faccio un pensiero: 'Ma io con chi sono cresciuta?' Mi rispondo: con due donne, mia madre e mia nonna. Facciamoli uscire i bambini dagli orfanotrofi, non crescono così male anche se avranno due padri o due madri. Io le ho avute. Sono venuta male?".
Pertanto, perché due persone dello stesso sesso che si amano e che potrebbero accudire un bambino e dargli una famiglia non possono farlo per un semplice pregiudizio?
Perché è questo quello di cui si parla, il problema principale: il pregiudizio di coloro che ti stanno intorno.
Mettiamo il caso che gli omosessuali ottenessero il permesso di poter adottare un bambino: il più grande ostacolo sarebbe affrontare il pregiudizio degli adulti e le prese in giro dai coetanei del bambino figlio della coppia omosessuale.
La parola genitore viene da generare e significa appunto colui che genera, che crea, ma il suo significato va oltre la generazione fisica.
Quello che vi porto in analisi è soltanto uno, il fondamentale: amore, generare amore.
Il generare amore per un figlio non cambia se tu sei maschio oppure femmina, se hai un compagno o se quel compagno è del tuo stesso sesso, perché il primo passo per essere genitori è il prepararsi a donare al proprio figlio tutto l’amore del mondo. Perché il diritto di poter avere un bambino da amare deve essere una esclusiva di quella che viene definita “famiglia normale”?
Esistono famiglie “normali” in cui i figli vengono abbandonati, seviziati, uccisi! E allora perché vietare ad un bambino orfano la felicità di essere amato a causa di un semplice pregiudizio? Per un pensiero antiquato? Amare qualcuno, anche se del tuo stesso sesso, è forse un reato?
E ora mi rivolgo a voi: dite di sì o dite di no?
Giulia Cavallaro, 3D.
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