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''D&G: the great flop'' di Matteo Verrone, 2F


È notizia degli ultimi giorni il clamoroso scandalo che ha colpito il colosso della moda Dolce & Gabbana, che di recente ha pubblicato tre spot pubblicitari per sponsorizzare un’importantissima sfilata che avrebbe dovuto avere sede a Shanghai. Spot nei quali una modella orientale, che ha come posate le caratteristiche bacchette cinesi, è alle prese con dei piatti tipici della cucina italiana, quali pizza, spaghetti e cannolo.

I video, accompagnati dagli hashtag “#DGLovesChina” e “#DGTheGreatShow” non hanno per nulla suscitato il favore dell’opinione pubblica, che anzi si è schierata subito contro la multinazionale, accusando il marchio D&G di razzismo e ignoranza, sia perché nei filmati è stata dipinta una Cina arcaica e stereotipata, con musichette e luci a dir poco ridicole e alquanto sbeffeggianti, sia per l’utilizzo fuori luogo e banalizzato delle bacchette, che in Cina hanno un valore culturale molto più profondo, che va oltre quello di semplice posata: rappresentano infatti lo Yin e lo Yang, il Male e il Bene, le due metà di un intero che regolano l’equilibrio della vita e dell’universo. Inoltre, lo spot in cui compare il cannolo rivela anche un certo grado di sessismo, in quanto la voce maschile fuoricampo recita, ad un certo punto, “È troppo grande per te?”. I tre video sono stati fulmineamente cancellati da uno dei social network più noti in Cina, Weibo, paragonabile al nostro Twitter.

Ad aggravare la già precaria situazione iniziale è stata la pubblicazione di alcuni screenshot sull’account Instagram di moda DietPrada, in cui si leggono messaggi estremamente offensivi che Stefano Gabbana in persona avrebbe inviato ad una collaboratrice della suddetta page, Michaela Tranova, come “China Igorant Dirty Smelling Mafia” (Cina Ignorante Sporca Puzzolente Mafia), o ancora “D’ora in poi dirò, in tutte le interviste che faccio, che la Cina è un paese di m***a e che può stare tranquilla, viviamo benissimo senza di lei”.

A poco sono serviti i tentativi di far credere che un hacker fosse entrato in possesso del profilo Instagram dell’imprenditore milanese e che quindi non fosse stato quest’ultimo l’autore dei messaggi incriminati; altrettanto vane sono state le scuse pubbliche ufficiali dei due stilisti, che anzi sono apparse poco sentite e credibili. La sfilata è stata annullata e i prodotti del marchio sono spariti dalle più grandi piattaforme dell’e-commerce cinese dove, secondo le stime, gli abitanti fanno tra il 70% e il 90% dei loro acquisti.

Uno scivolone non da poco per il brand italiano, che già nel 2017 aveva commesso un passo falso con la Cina, mostrando la capitale Pechino come una città povera e arretrata, nella quale a spiccare erano solo pochi modelli vestiti col marchio D&G.

Dulcis in fundo, da qualche ora circola la notizia di una possibile separazione tra Stefano Gabbana e Domenico Dolce, anche se per il momento queste voci restano indiscrezioni senza un reale fondamento. Rimane il fatto che, a una settimana dall’accaduto, la reputazione dei due stilisti ha subito un violento crollo e che riabilitarla sarà un’impresa non da poco.

 

Matteo Verrone 2F

 

(Fonti: servizio di Rajae Bezzaz, La Stampa, Il Post, The Post Internazionale)

 

Foto nell'articolo: screenshot dal video di scuse dei due stilisti

Foto in anteprima ed a fondo pagina: screenshot dal video pubblicitario

 

 

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